Faccio parte della generazione X per un pelo. Sono nata nel 1966 e quindi all’inizio di quel lungo periodo ricompreso fra 1963 ed il 1980 utilizzato per definire l’appartenenza a quella generazione che ovviamente porta con sé anche un tipo di cultura specifica, complessa e multiforme.
Ho iniziato attraversando gli anni ’70, vissuto intensamente gli anni ’80, mi sono molto impegnata su me stessa negli anni ’90 ed infine sono arrivata al nuovo millennio, con l’emozione unica data dalla possibilità di poter partecipare ad un momento particolare e probabilmente in grado di portare grandi cambiamenti e grandi sconvolgimenti. Così è stato, così è tutt’ora.
Senza saperlo – diciamo senza pianificarlo in modo consapevole, mi sono attrezzata nel tempo per mettermi in grado di restare in questo cambiamento senza subirlo, ma cercando di comprenderlo e volgerlo a mio favore. Ho molto apprezzato l’interdisciplinarità e il grande accesso alle informazioni che è possibile grazie al digitale e ho vissuto sulla pelle la difficoltà di orientarsi in tutta questa abbondanza di stimoli ed informazioni, dato che anche il “troppo” crea empasse come il “troppo poco”.
Per questo dico che viviamo nell’epoca del bisogno di orientamento. Molte persone sono disorientate perché in tempi rapidi sono cambiate molte cose e molto importanti (legate a valori e credenze profonde) e non si sentono in grado di metabolizzare a questo ritmo tutto questo “materiale”.
La consapevolezza dell’importanza di essere accompagnati – da un/una professionista che sappia come supportare nei momenti di decisione o di stallo e che abbia un metodo di approccio e di lavoro al processo di orientamento – sta aumentando in ogni campo: aziendale, professionale, scolastico ed anche rispetto a temi Life, quali la vita di coppia e la scelta legata agli equilibri vita – lavoro. Non si tratta di scegliere semplicemente un lavoro, ma di costruire un piano di sviluppo professionale. Come ho raccontato QUI, è importante avere un metodo!
Di nuovo non si tratta di scegliere una facoltà o un indirizzo di studi, ma di costruire un progetto di vita dove questa scelta si inserisca in modo coerente. Non si tratta di scegliere un posto alternativo dove vivere, ma di prefigurarsi in quel posto e di costruirsi una rete relazionale adeguata, calcolando rischi e benefici. Non si tratta di trovare un nuovo lavoro dopo un processo di riorganizzazione aziendale, ma di farlo mettendo in luce ed a valore le risorse e le capacità di cui disponiamo. Non si tratta di prendere insomma una decisione in modo reattivo ma al contrario in modo proattivo. Ne abbiamo parlato insieme anche QUI. Il bisogno di professionisti dell’Orientamento è in costante aumento.
Il Master in Outplacement ed Orientamento di Seafo, giunto alla XXI edizione, è il più completo programma di Alta Formazione Post Universitaria e l’unico a valore legale e rappresenta una concreta opportunità di formazione e di specializzazione per gli operatori dell’Orientamento.
Un approccio molto pratico, ricco di esempi e di casi concreti che nascono dalla esperienza sul campo dei docenti. La robusta base teorica di riferimento fa da cornice all’analisi dei casi.
Nelle giornate del 20 e 21 gennaio 2017, tratterò i temi relativi alla Costruzione del progetto di orientamento e della conduzione del processo – Come progettare un percorso, sulla base di quali variabili, come gestire il processo e come verificarlo, come orientarsi nel mare magnum degli strumenti a disposizione. Un tassello importante, costruito in collaborazione con il Team dei docenti del Master, che darà gambe alla progettualità individuale ed allo sviluppo professionale dei partecipanti. Per informazioni sulla prossima edizione puoi consultare la pagina Facebook o scrivere a info@seafo.it.