COVID 19: Rischio ed opportunità. La lezione della paura.

Lavoro e vivo in provincia di Reggio Emilia, da domenica siamo nella zona ROSSA, zona che ora si è estesa in tutta Italia.

Limitazioni negli spostamenti, servizi e scuole chiuse, vita sospesa, mondo del lavoro in ginocchio.

Fino a 15 giorni fa insieme ad amici e colleghi si progettavano iniziative, lavoro, visite, cene, una socialità lieta su diversi fronti, una prospettiva del futuro in cui si pensava di avere qualche possibilità di incidere, di determinare.

Ora l’orizzonte è cambiato e senza prefigurare scenari apocalittici, siamo tutti ben consapevoli che anche la vita deve cambiare ora in modo radicale. Siamo anche che  questo cambiamento resterà nelle nostre vite anche quando, speriamo presto, ma certo non prestissimo, il COVID 19 avrà mollato la sua presa.

Mi tengo in contatto con i clienti, dalla settimana scorsa lavoriamo  a distanza; nonostante ci siano diversi problemi la vita va avanti, come è giusto che sia.

Credo di poter dire, con buona probabilità di azzeccarci, che sia la PAURA l’emozione che in questo periodo ci attanaglia di più, nelle sue varie sfumature:

  • inquietudine
  • angoscia
  • preoccupazione
  • ansia
  • spavento
  • blocco

Il grado più elevato di intensità della PAURA è lo shock legato ad un evento che è talmente inaspettato e talmente spaventoso, da farci annicchilire, da farci negare perfino la possibilità di percepirlo, di ricordarlo.

La lezione della paura, se ben ascoltata è questa: fermati a pensare, pensa a cosa cambiare, pensa a migliorare i tuoi comportamenti per metterti al sicuro.

La paura è una alleata, se ben guidata dalle informazioni che possono dare confini, contestualizzare, contenere e dirigere in modo positivo. Altrimenti si resta bloccati nello shock.

Allo shock si reagisce con la NEGAZIONE, il nostro sistema di funzionamento interno – corpo e mente – si rifiutano di accettare la situazione, perchè troppo intensa emotivamente. Vi sono tante modalità di negare: collassare e svenire, perdendo la memoria; ignorare la situazione attraverso comportamenti che ne riprovino la non esistenza; disconnettersi dalla realtà; somatizzare in modo pesante, sviluppando sintomi fisici importanti.

Dalla negazione alla RABBIA:  normalmente la rabbia viene agita all’esterno e quindi iniziermo a prendercela con gli altri, con il destino ingiusto, con i fatti accaduti, cercando vendetta, cercando rivalsa, come a riparare un torto subito. Cerchiamo nell’esterno qualcuno peggio di noi, un colpevole, qualcuno con il quale prendercela, non importa se non è reale, non importa se mancano i fatti e le informazioni. L’emozione prende il sopravvento ed esige una risposta, qualcuno verso il quale dirigere la rabbia.

Dalla rabbia al DOLORE: si scende verso un’emozione di dolore profondo, di svuotamento, di angoscia senza scampo. Abbiamo meno energie per lottare, meno energie per constrastere la realtà per quella che è e quindi ci abbandoniamo al dolore.  Abbiamo bisogno anche di accettare di vivere questo momento, questa fase, altrimenti non usciremo dalla dinamica  – IGNORO- MI ARRABBIO E ME LA PRENDO CON ALTRI (O CON ME STESSO) – MI CHIUDO IN UN DOLORE ED UNA ANGOSCIA PROFONDI E SENZA SCAMPO.

La fase del dolore profondo è preziosa perchè ci aiuta a capire cosa è importante per noi, è un’occasione. Difficile, durissima, ma tuttavia indispensabile. Ci permette di comprendere i valori per noi importanti, in modo chiaro, netto. Ci fa capire cosa avremmo voluto fare e non abbiamo fatto, cosa vogliamo cambiare per il futuro, cosa abbiamo imparato dal passato. Ci fa capire meglio chi siamo. Non vi  è forza senza debolezza, coraggio senza paura.

Da questo punto si snodano invece le fasi di risalita, di ripresa, di riprogettazione di vita ed anche di avvicinamento a emozioni più liete, di leggere, più piacevoli.

Ma senza avere ascoltato il messaggio delle fasi precedenti, senza averle vissute fino in fondo, non vi sarà vera risalita. Come in tutte le grandi crisi che hanno contrassegnato la nostra storia, qualcosa è cambiato, qualcosa si è lasciato andare, qualcosa è arrivato.

La nostra società, deve provare paura. Questa drammatica situazione è arrivata anche per le scelte scellerate che in tanti campi l’essere umano sta facendo. Dobbiamo sentire in modo collettivo che siamo tutti ad un punto di non ritorno e che siamo tutti legati in modo stretto, gli uni agli altri, le scelte degli uni legate alle scelte degli altri.

Dobbiamo provare paura per i cambiamenti climatici, per gli stravolgimenti degli ecosistemi, per un modo di vivere a tratti crudele, miope, profondamente distruttivo.

 

Viviamo la tristezza che aiuta a capire cosa è importante e cosa no. Viviamo le emozioni senza lasciarcene travolgere, senza farci annicchilire.

Viviamo unendo emozioni e intelletto, siamo esseri potenzialmente complessi, ce la possiamo fare.

Viviamo questo momento di rallentamento come un’occasione per rivedere il valore del nostro tempo, dei nostri investimenti, delle nostre relazioni.

Troviamo spazio per gli altri, che non sia opportunistico, solamente edonistico, ma autentico, disinteressato.

Lasciamo la rabbia ed il livore, pensiamo a costruire un futuro migliore.

Viviamo pensando a come migliorare le cose, invece che peggiorarle, come avere rispetto della vita, di tutti, del pianeta.

Come alleggerire i problemi invece che complicarli, come scegliere le battaglie invece che vivere in guerra con tutti su tutto.

Come avere rispetto di noi, avendo ancor prima rispetto degli altri.

Perchè nessuno si salva, dalla PAURA e dal COVID 19, da solo.

 

 

 

 

 

Contattami

Scrivimi, ti risponderò prima possibile.

Start typing and press Enter to search